La Storia di Dieudonnè

di Padre Domenico Domenici

Dieudonnè Baraka, 5 anni, un cognome che richiama quello del primo presidente americano nero, ma la sua vita simile a quella di milioni di bambini, è segnata da ferite profonde.

Uno sguardo attento coglie nei suoi occhi splendidi un velo di tristezza che ancora gli tiene compagnia.

Dieudonnè (che significa “dato da Dio”) è frutto di violenza subita da sua mamma, giovane donna Rwandese, da alcuni ribelli, in un campo profughi a Goma, a migliaia di chilometri da Brazzaville.

Dieudonnè ha iniziato una nuova vita.

Alle 5 di mattina, dopo una “doccia” rapida in un secchio d’acqua, aiutato dai più grandi ed una colazione frugale, è pronto per salire sul pulmino, che puntuale viene a prenderlo per portarlo a scuola.

Dieudonnè frequenta la scuola materna con altri 30 fratelli 30 fratelli ricevuti in dono dall’amore del Padre.

Tutti ora vivono nella loro casa in via Ibalikò n.105, nel quartiere Nkombo, sulla collina a Brazzaville.

Sua madre abita non lontano. Il suo “appartamento” è una baracca di lamiera di pochi metri quadrati, sostenuta dalla fondazione Duhamel e Simone.

La mamma viene ogni mattina nella nostra casa, passa la sua giornata sulla macchina da cucire, piano piano, sostenuta dall’amore sta riprendendo in mano la sua vita.

La Casa di Brazzaville

I bambini accolti nella casa sono 31, maschi e femmine. Fils è ancora il più piccolo (3 anni) mentre Civinet con i suoi 18 anni sembra essere il più grande.

Insieme agli altri undici sostenuti per la scuola e le cure mediche, che vivono all’estero, costituiscono una BELLA, VIVA, SERENA, GRANDE FAMIGLIA.

Ulrich, Willy, maman Felicité, un trio formidabile, così diversi, ma innamorati dei bambini, fanno di questo luogo una famiglia felice.

Sono loro a prendere per mano ciascuno di questi “piccoli” ed accompagnarli per renderli artefici del loro futuro.

Un grande aiuto viene offerto da Jean Luis che organizza il dopo scuola, maman Jolie e maman Mudisha, profughe Rwandesi lavano i vestiti dei più piccoli, mentre Janik, alcuni giorni la settimana dà una mano per l’animazione.

Tutti ricevono un salario che li aiuta a vivere, anche per loro questa è la loro casa.

In Congo la gente sembra aver fatto il callo alla sofferenza. I generi di prima necessità costano più che in Italia, mentre i salari (tanto, tanto pochi) non raggiungono i 300 € mensili.

Tra poco è Natale, Dio ha condiviso la sua vita con noi. L’Emmanuele, DIo è con noi è sorgente e forza di bene nella vita di chi lo accoglie.

E’ lui, Dio nato povero e crocifisso per amore, a supplicarci di NON DIMENTICARE questi suoi figli, che qui, in questa casa a Brazzaville, crescendo sereni imparano a spendere la loro vita diventando artefici di bene.

Tutto questo è possibile, ogni giorno, grazie alla CONCRETEZZA della vostra SOLIDARIETA’.

COME PUOI AIUTARLI?

 

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